mercoledì 16 dicembre 2015

Acqua una risorsa per il futuro

Cos’è l’acqua ?
Beh che domanda è, tutti sappiamo cos’è. L’acqua è un liquido inodore, insapore ed incolore, esce dal rubinetto e la si usa per bere, cucinare, lavarsi, irrigare ecc..
Visto che ci vuole!
In realtà non sappiamo proprio nulla o quasi di questa materia e non parlo di formule chimiche, del tipo che la molecola dell’acqua è formata da un atomo di ossigeno e da due atomi di idrogeno H2O, o che a 0°C si solidifica diventando ghiaccio e a 100°C comincia a bollire, ma parlo di cosa significa realmente per il pianeta, quanto è importante e perché sono convinto che sarà uno dei migliori investimenti per i prossimi 50 anni .
Cercherò di spiegare meglio il perché di questa mia visione, indicando anche com’è possibile investire in questo settore.
Oltre a tutto
ciò di cui abbiamo parlato nella premessa, l’acqua è di base una materia prima, ma di certo non può essere paragonata come valore assoluto a nessun’altra, per due caratteristiche principali che la contraddistinguono, non è esauribile ne’ tantomeno sostituibile.
Sul nostro pianeta sono presenti circa 1,4 miliardi di chilometri quadrati di acqua, che corrispondono a circa il 74% della superficie terrestre, ma meno dell’1% risulta essere potabile e, di questi, solo il 4% si trova in superfice.
Ad oggi la domanda di acqua potabile è suddivisa in questo modo:
·         70% dal settore agricolo e dell’allevamento
·         20% dal settore industriale ed energetico
·         10% dal consumo individuale.
Secondo alcune ricerche, il consumo idrico globale è cresciuto di 9 volte dal 1900 ad oggi, ovviamente non tutti i dati vanno presi come oro colato, dato che parliamo di oltre un secolo fa.
Utilizzando invece dati più recenti e quindi di certo più affidabili, è emerso che la domanda domestica ed industriale presenta un tasso di crescita 2 volte superiore al tasso di crescita della popolazione mondiale.
La stessa ONU prevede che entro il 2050 la domanda dell’acqua potabile sarà raddoppiata, a fronte di un aumento demografico di circa il 40%.
Una tale richiesta di acqua potabile perciò, con il tempo, non potrà più essere soddisfatta e di certo nuovi progetti legati alla desalinizzazione dell’acqua marina saranno indispensabili. Per fare questo progressi tecnologici e infrastrutturali giocheranno un ruolo fondamentale nello sviluppo del settore idrico.
La gestione dell’acqua e delle infrastrutture per la distribuzione della stessa sta interessando anche i governi di molti Paesi. La Banca Europea per gli Investimenti (BEI), ad esempio, è stata, e continua ad essere, la più grande fonte di finanziamento per il settore idrico globale.
Un rapporto dell’OCSE precisa che entro il 2030 la maggior parte degli investimenti dei Paesi si concentreranno proprio nelle infrastrutture idriche per un ammontare di circa 18 trilioni di dollari.
Per tutte queste ragioni l’acqua potrebbe e dovrebbe essere un’opportunità di investimento da tenere in grande considerazione.
A questo punto la prossima domanda ovviamente è :
Come investire nell’acqua ?
Nel  marzo 2008 una nota banca d’affari la Goldman Sachs aveva definito l’acqua il nuovo petrolio e, proprio come per quest’ultimo, anche  per l’acqua sono stati creati dei prodotti finanziari che potrebbero diventare una risorsa per il vostro portafoglio. Per evitare di concentrare il rischio su pochi singoli titoli, i prodotti che garantiscono una maggiore diversificazione in questo settore sono i Fondi d’investimento (a gestione attiva) o gli ETF.
In questo articolo vorrei analizzare due tra i maggiori ETF legati al settore idrico che sono scambiati anche a Piazza Affari.
·         iShares Global Water ETF
·         Lyxor ETF World Water
Il primo, l’iShares Global Water ETF (ISIN IE00B1TXK627), ha lo scopo di replicare fedelmente l’S&P Global Water, indice azionario proprio del settore idrico. Il portafoglio sottostante è costituito da 50 società di grossa capitalizzazione attive nella distribuzione dell’acqua o nella realizzazione di infrastrutture per la distribuzione della stessa. La capitalizzazione di questo indice è di tipo “cap” presenta cioè un tetto massimo di esposizione su un unico titolo societario, nel caso specifico il 10%.
Questo ETF ha un buon grado di diversificazione e i 10 titoli in portafoglio pesano oltre il 50%. A livello geografico vi è una forte esposizione verso gli USA (29%), la Francia (18%), il Giappone (16%) e il Regno Unito (14%).
Il secondo ETF, che ad onor del vero presenta un’ indice di liquidità superiore rispetto al precedente, è quello di casa Lyxor cioè il Lyxor ETF World Water (ISIN FR0010527275). L’obiettivo di questo ETF è quello di replicare l’andamento del World Water Index, un indice composto dalle  20 società idriche più grosse al mondo. Anche in questo caso la capitalizzazione di questo indice è di tipo “cap” e presenta un tetto massimo di esposizione su un unico titolo societario  del 10%. Questo ETF ha un grado di diversificazione inferiore al precedente dato che i primi 5 titoli in portafoglio pesano da soli quasi il 50%. A livello geografico vi è una forte esposizione verso il Regno Unito (40%), Sati Uniti (21%) e Francia (10%).
 Se consideriamo questi ETF e la loro performance, possiamo notare come pareggino o abbiano performance lievemente meglio rispetto al benchmark dichiarato e quindi possano essere considerati dei validi strumenti qualora decideste di lanciarvi in questo settore.
Nulla ci vieta di diversificare il nostro portafoglio verso questo settore tramite i fondi d’investimento, dei quali,  qui di seguito, trovate una selezione:
·         BNP Paribas Aqua P (FR0010668145)
·         JSS Sustainable Water Fund P EUR dist (LU0333595436)
·         Pictet-Water P dy EUR (LU0208610294)
·         Pictet-Water P EUR (LU0104884860)
·         Pictet-Water R EUR (LU0104885248)
·         RobecoSAM Sustainable Water Fund B EUR (LU0133061175)
·         RobecoSAM Sustainable Water Fund E EUR (LU0267929163)

Ultima domanda, ma non per importanza.
Quali rischi corro investendo in questo settore?
Una delle caratteristiche del settore utilities è quella di essere formato da società che spesso presentano elevato grado di indebitamento, perciò il rischio di tasso di interesse è un fattore da non sottovalutare.
Il tasso di cambio è un altro rischio da tenere in considerazione, poiché in entrambi gli ETF il portafoglio presentano una frammentazione geografica piuttosto importante su diversi paesi con diverse valute come dollaro USA, Sterlina, Yuan. Quindi il rischio di deprezzamento di una di queste valute è un fattore da non sottovalutare, anche se gli ETF sono quotati in euro, non essendo hedgiati.
In ogni caso data l’importanza dell’acqua a livello globale e per una buona diversificazione di portafoglio questo settore potrebbe essere una valida alternativa per i prossimi anni.

Luca Vanoni 04/12/2015

 (ringrazio Enrico Stucchi per i supporto nell'analisi)